lunedì 9 giugno 2014

PRIMO ITINERARIO DEL GUSTO: IL MOLISE TRA PATRIARCHI, COSTA E CULTURA ENOGASTRONOMICA

Dopo una lunga cavalcata, partita a gennaio con il convegno di presentazione del secondo percorso formativo della “Scuola del gusto”, quel “Un Molise Extra-Ordinario” che ha portato i numerosi corsisti a confrontarsi, a tutto tondo, con il complesso e affascinante mondo dell’extravergine e dell’olivicoltura, si è sviluppato, come per lo scorso anno, il primo appuntamento con gli “Itinerari del gusto”, percorsi multidisciplinari che chiudono, di fatto, il percorso formativo. Il primo appuntamento, svoltosi sabato 7 giugno, patrocinato dall’Istituto Tecnico “San Pardo” e ATM, che ha messo a disposizione gratuitamente un autobus per le uscite, ha toccato alcune delle realtà produttive più importanti del basso Molise. La prima tappa è stata a Montecilfone che, rappresenta, una delle tre comunità arbëreshë della regione, dove si trova, con certezza, una delle realtà produttive regionali di maggior spessore, che ha sorpreso tutti, per qualità assoluta delle produzioni e per la semplicità e la schiettezza del proprietario, Claudio Florio, il cui obiettivo è la ricerca della qualità assoluta, dalla scelta dei suini, grazie alla rigorosa selezione e controllo degli allevamenti da parte del Consorzio Gran Suino Padano DOP, cui il produttore aderisce, fino al non utilizzo di nessun tipo di conservante, ma solo sale e spezie, come vuole la tradizione, accuratamente selezionati e di alta qualità. Una straordinaria scoperta, è proprio il caso di rilevarlo, lontano dai riflettori e dalle luci della ribalta, con numerosi riconoscimenti in varie guide e la presenza nel circuito di Eataly, l’enogastronomia di qualità presente nelle più grandi città d’Italia e del mondo.

Casa Florio a Montecilfone
Dopo i salumi di “Casa Florio” è stata la volta di un’altra realtà produttiva, questa volta del settore vitivinicolo, che porta il nome e qualità delle produzioni del Molise nel mondo, la “Borgo di Colloredo” di Campomarino, guidata dai fratelli Di Giulio. L’azienda ha una superficie vitata pari a 50 Ha, tutti allevati a spalliera con sistema di potatura a Guyot e cordone speronato, adottando il rivoluzionario sistema di potatura “ramificata” di Simonit&Sirch, mentre altri 20 Ha circa sono in corso di reimpianto. Attraverso la riconversione varietale e del sistema di allevamento, ci ha spiegato Enrico Di Giulio, si è passati alla modernizzazione e alla meccanizzazione integrale dei vigneti, grazie all’ausilio di macchine scavallatrici che eseguono tutte le operazioni colturali più importanti, dai trattamenti fitosanitari alla raccolta, dalla pre-potatura alla cimatura. L'azienda è autonoma da un punto di vista energetico, potendo contare su una produzione di energia elettrica pari a 160 kW da pannelli fotovoltaici posti sulle coperture delle strutture. Il 70% della produzione aziendale è destinato al mercato estero, nord europeo in particolar modo (Germania, Olanda, Belgio, Svizzera, Danimarca) e nord americano, oltre che da importatori orientali. Tanti i premi e i riconoscimenti negli anni per l’azienda, ultimi per il rosato Gironia 2013 e per la Falanghina 2013, degustati alla fine del percorso aziendale, insieme con un Molise Rosso Doc a base di Montepulciano.

Cantine Borgo di Colloredo a Campomarino
Dopo la pausa pranzo presso “La Carrese” di San Martino in Pensilis, è stata la volta di un’escursione presso Portocannone, alla caccia dei testimoni storici dell’olivicoltura molisana. A fare gli onori di casa Michele Di Legge, assessore all’agricoltura del Comune che, sfidando le ore più calde della giornata, ha accompagnato i partecipanti tra i secolari oliveti che circondano la cittadina, soffermandosi e discutendo di fronte ai patriarchi, tra stupore e ammirazione, testimoni della fuga di donne e uomini dall’altra sponda dell’adriatico con i loro quasi mille anni, simboli della nostra cultura, di cui la regione è ricca, pensiamo al parco degli olivi di Venafro (meta del prossimo itinerario) e all’olio di Liciniana - oggi Aurina - già citata da autori classici di epoca romana (Catone e Varrone su tutti).  Un legame che si estende tra le colline della Regione, un simbolo che va opportunamente valorizzato e comunicato come sostenuto con forza dallo stesso Di Legge, progetto che incontra non poche difficoltà nel decollare e trovare la giusta quadra perché possa essere, con gli altri simboli sparsi sul territorio, un modo per valorizzare un’olivicoltura e dare il giusto riconoscimento al suo straordinario extravergine, perché possa essere un motivo di ricchezza e non si simbolo di abbandono, situazione in cui versano sempre più oliveti. Accorate sono state anche le parole di Pasquale Di Lena, Presidente onorario dell’Associazione Nazionale delle città dell’Olio, presente nel gruppo dei visitatori, che ha portato il suo contributo su quelli che possono essere gli sviluppi di una giusta strategia di comunicazione nella conquista dei mercati, che vedranno l’olio extravergine d’oliva sempre più protagonista sulle tavole di tutto il mondo. Tutti i presenti, tra lo sgomento per l’indifferenza in cui versano questi monumenti, a volte abbandonati a se stessi, hanno sostenuto fortemente per una ribalta, per tutelare un patrimonio storico-culturale oltre che paesaggistico-ambientale. 

Olivi ultra secolari a Portocannone
L’ultima tappa, nel ricco e intenso programma, è stata l’escursione in una delle aree più sconosciute della Regione, il litorale di Campomarino, con le sue dune ricche di biodiversità, sotto la guida di Sara Fusco dell’Università degli Studi del Molise, che ha parlato del progetto Life Maestrale, il cui obiettivo è la conservazione degli habitat dunali e delle zone umide salmastre, attraverso “i sentieri della natura” di uno dei tre siti S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria) della Regione, e con Luigi Lucchese, Presidente di Ambiente Basso Molise (ABM). Il litorale molisano, costituisce una zona di grande rilevanza naturalistica e vegetazionale, rappresentando uno dei migliori esempi di ambienti dunali scarsamente antropizzati. Nell’area, infatti, si possono ancora osservare dei sistemi dunali della costa adriatica interessati da vegetazione psammofila (vegetazione delle sabbie) e da formazioni di macchia a Ginepro coccolone, e da steppe salate mediterranee. Questi ecosistemi dunali e le relative aree umide retrodunali sono fondamentali per la presenza di fauna acquatica nidificante che come corridoio ecologico

Fantine e ecosistemi retrodunali a Campomarino
Dopo una giornata faticosa ma ricca e appassionante, si è fissato l'appuntamento per il secondo itinerario del gusto, sabato 21 giugno, questa volta nella parte più interna del Molise, per scoprire altre ricchezze paesaggistiche, ambientali, cultura ed enogastronomiche. 

Scuola del gusto
scuoladelgustolarino@gmail.com



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