Nel mese di marzo, sulle pagine di Teatro Naturale, il settimanale online diretto da Alberto Grimelli, punto di riferimento del mondo agricolo e di quello olivicolo-oleario, in particolare, in Italia, pubblicammo un articolo dal titolo emblematico: “Il mondo dell’olio d’oliva ha un nuovo modello. Si chiama Molise”. Si trattava del resoconto di un'importante iniziativa, a Monteroduni (IS), tra produttori, operatori di filiera e mondo istituzionale - il primo, forse, che ha visto insieme le tante anime della piccola Regione - dove si è respirata un’aria nuova, dove la coltura dell’olivo è stata declinata in cultura, quindi condivisione e voglia di proporsi insieme per affrontare le sfide del mercato, con un nuovo modo di comunicare. Non a caso proponemmo lo slogan “Molise Terra d’Olio”, battezzato con entusiasmo da due grandi comunicatori della cultura dell’olivo e dell’olio come Maurizio Pescari e Fausto Borella, ospiti della manifestazione, perché immaginavamo che, con il confronto continuo e la cultura, si potesse costruire un modo nuovo di comunicare, un “modello” anche da esportare. Non che ci aspettassimo chissà quali successi - ci sono tanti ostacoli da superare, difficili - ma quello che era un nostro obiettivo, iniziato nel 2014 con il percorso formativo “Un Molise Extra-Ordinario” del progetto “Scuola del Gusto”, non solo non si è fermato, ma ha trovato nuova linfa, dando seguito ad un impegno preso in quel di Monteroduni, con lo sprono di chi non ti aspetti: giovani con una visione, ma, soprattutto, la voglia e l’entusiasmo contagioso di “vecchi” - mi perdoneranno, ma c’è ne fossero tanti così - con l’obiettivo di un confronto aperto. Abbiamo colto al volo questa esigenza insieme con Maurizio Pescari e l’abbiamo tradotta sul campo, qualche settimana fa, attraverso un viaggio-studio in Umbria tra i produttori più importanti della Regione.
Varietà Dolce Agogia del Frantoio Batta. |
Sulla stessa lunghezza d’onda un altro dei “top player” umbri, Francesco Gaudenzi, titolare dell’omonimo frantoio di famiglia in quel di Pigge, nei pressi di Trevi. La sua punta di diamante, l’extravergine Quinta Luna, chiamato così perché raccolto dopo la quinta luna dalla fioritura - molto presto, ai primi di ottobre - incarna quello che è lo spirito di famiglia, ricordando il padre: “migliorarsi sempre come in una corsa a tappe senza arrivo, per orgoglio, per passione e per amore del proprio lavoro”. Aspetto molto interessante, sempre nella filosofia di crescita, è il nuovo e innovativo impianto di lavorazione a disposizione - ogni cinque anni lo rinnovano - che si caratterizza per un sistema di abbassamento della temperatura durante la lavorazione attraverso uno scambiatore di calore. Questo tecnica, che sembra migliorare sensibilmente le caratteristiche qualitative degli oli in termini di polifenoli e sostanze aromatiche, è oggetto di studi da parte del prof. Maurizio Servili dell’Università di Perugia, con cui c’è una collaborazione importante. “Sono due le molle che spingono il progresso: non essere tutti uguali e non accontentarsi mai di quello che abbiamo”, la chiosa di Francesco e lo sprono ai produttori molisani presenti, nel segno di migliorarsi e andare avanti, anche attraverso il confronto.
Giorgione del Gambero Rosso durante la visita alla Cantina Antonelli a Torgiano |
Sarebbe impossibile riassumere in un articolo tutti gli spunti interessanti, oltre che ai preziosi suggerimenti, che hanno animato quest'intensa esperienza, arricchitasi ulteriormente con le visite al Museo del Vino e dell’Olio della Fondazione Lungarotti a Torgiano, alla Cantina Antonelli a Montefalco, e dall'incontro culturale/culinario con il grande Giorgione del Gambero Rosso, presso il suo ristorante "Alla Via di Mezzo", sempre a Montefalco. Per chiudere, l’esempio offerto da Decimi, ossia l’avvicinarsi all'olio come consumatore non consapevole, scarico dal fardello della consuetudine che opprime gran parte dei produttori, spesso i primi a non conoscere l’olio, dimostra che la strada giusta da intraprendere è quella della conoscenza, della cultura e della condivisione, pensando sempre di poter migliorare. Stessi sentimenti anche per Batta e Gaudenzi, che, pur con una tradizione importante alle spalle, la meta della qualità assoluta è sempre l’unico obiettivo perseguibile per vincere sul mercato, anche accettando la sfida di sdoganare cultivar da altre regioni che, lavorate con giudizio, possono dare grandi soddisfazioni, perché l’Italia è terra di grandi oli. Purtroppo, spesso, si mette in bottiglia olio, pensando che questo basti per essere credibile; si perdono, invece, occasioni di confronto, mettendo sul piatto idee, passione e coraggio, spazi di aggregazione (abbiamo scoperto che questo è un problema anche in Umbria, oltre che in Molise) e tavoli per discutere di qualità, mentre si innescano competizioni sciocche (qual'è il senso, per esempio, di manifestazioni a compartimenti stagni?) o addirittura cattiverie tra produttori (stendiamo un velo pietoso).
Sebastiano Di Maria
Ideatore e Coordinatore "Scuola del Gusto"