domenica 29 dicembre 2013

SCUOLA DEL GUSTO, PRONTO IL SECONDO PERCORSO FORMATIVO

Presso l’Istituto San Pardo di Larino fervono i preparativi dopo il successo di

“Un Molise divino”

Con il nuovo anno, prenderà corpo il secondo percorso formativo della “Scuola del gusto: il Molise a tavola tra sapori e tradizioni”, ideato e coordinato da Sebastiano Di Maria e patrocinato dall’Istituto Tecnico “San Pardo” di Larino. Il progetto, che tanto successo ha riscosso nel suo primo sviluppo, quel “Molise divino” che ha portato cinquanta iscritti, tra studenti e cittadini, a scoprire, attraverso un percorso multidisciplinare, la qualità delle produzioni enologiche regionali, sarà riproposto sviluppando la filiera dell’olio extravergine di oliva, attraverso l’ormai consolidato schema formativo. Saranno trattati, in maniera organica, tutti gli aspetti dalla produzione alla trasformazione, mettendo sempre in risalto il legame con il territorio e la sua storia. Si partirà con la storia dell’olio e dell’olivo tra arte e archeologia, passando per la coltivazione e tutte le problematiche connesse, come la potatura, sistemi di raccolta e i concetti di sostenibilità ambientale, fino all’analisi sensoriale, in cui saranno affinati, nei corsisti, per opera delle principali associazioni operanti sul territorio, i sensi attraverso la tecnica di degustazione. Inoltre, particolare attenzione sarà data alle frodi alimentari, poiché l’olio extravergine d’oliva è uno degli alimenti più sofisticati al mondo, giacché dietro il paravento d’importanti marchi ed etichette fuorvianti sono commercializzati oli di bassissima qualità, spesso ottenuti per raffinazione di oli importati, entrando anche nel merito degli aspetti normativi e dei relativi controlli antisofisticazione.
 
Istituto Tecnico "San Pardo" - Larino
Come prodotto principe della dieta mediterranea, non mancherà una lezione riguardante gli aspetti nutrizionali e salutistici. Il percorso formativo si svolgerà presso l’Istituto Tecnico “San Pardo” di Larino (CB) per le lezioni frontali, attraverso la messa a disposizioni di locali e laboratori, mentre la parte applicativa si svolgerà, attraverso visite guidate, presso le aziende produttrici e mediante partecipazione a incontri e seminari tematici. Le lezioni vedranno l’apporto tecnico-scientifico di docenti dell’Istituto, di professionisti del settore, anche afferenti all’associazione ex-allievi dell’Istituto Agrario di Larino, oltre che da operatori direttamente impegnati nelle singole filiere produttive. Come per il vino, saranno riproposti, al termine delle attività, gli “itinerari del gusto”, veri e propri percorsi attraverso il territorio, tra paesaggi e cultura, tra ambiente e arte, tra produzioni agroalimentari e archeologia. Tutti i dettagli del percorso formativo saranno resi noti nelle prossime settimane, cui faranno seguito le iscrizioni e un convegno di presentazione del corso. Le lezioni, presumibilmente, inizieranno nella seconda decade del mese di gennaio. A presto per novità gustose.
 
Comunicato stampa
 
 

venerdì 27 dicembre 2013

LA BIODIVERSITÀ DELLA VITE COME RISORSA CULTURALE DELL’ITALIA

La diversità biologica della vite è un’eredità che natura ed antenati ci hanno lasciato. Un capitale che una volta distrutto sarà perso per sempre. Ma è anche una risorsa economica per creare nuove varietà o per conoscere le attuali. La sua riduzione ha cause diverse: mutamenti climatici, malattie americane, esodo di popolazioni dall'Europa al Nuovo Mondo da fine ‘800. La sua attuale crisi è chiamata 'sesta estinzione'. Ma in futuro, col riscaldamento globale e la riduzione delle risorse idriche, i genotipi perduti potrebbero rivelarsi utili. E l’Italia può vantare un assortimento varietale capace di tollerare climi estremi, provvidenziali in futuri programmi di miglioramento genetico.
 
Esempio di viticoltura di montagna (Fonte: Feudo Antico)
 
Il Sangiovese è un caso esemplare. L’analisi genetica dice che gran parte dei vitigni del suo pedigree è di origine calabrese e siciliana. Identificato con la viticoltura toscana, è in verità figlio di un vitigno campano (Aglianicone o Ciliegiolo) e di uno calabrese (senza nome) portato nella zona del lago Averno da una famiglia di albanesi di Cosenza. Al Sangiovese vanno ricondotti alcuni vitigni di Calabria (Mantonicone e Gaglioppo), Puglia (Susumaniello, Tuccanese di Turi), Toscana (Foglia tonda, Morellino del Casentino, Morellino del Valdarno, Vernaccia nera del Valdarno) e, infine, Sicilia (Carricante, Nerello mascalese, Frappato, Perricone, Arbanello, Lucignola, Orisi). Alcuni calabresi quali Puttanella, Vigna del Conte e Corinto nera sono in realtà Sangiovesi; e anche altri siciliani come Frappato, Nerello mascalese e Perricone. Le parentele con Foglia Tonda, Morellini del Casentino e del Valdarno e col Brunellone confermano l’ipotesi che il Sangiovese abbia avuto un areale di coltivazione importante in Toscana e Corsica, ma solo dopo quello calabro-siciliano. In questo senso, anche la parola 'autoctono' perde significato.
 
Uve antiche del Molise (Fonte: Michele Tanno)
 
Quindi, la difesa della biodiversità non si realizza creando collezioni ampelografiche dove raccogliere come in un museo i genotipi a rischio. Per le profonde connessioni tra vitigno antico e cultura del luogo, queste varietà devono tornare a essere protagoniste dello sviluppo agricolo delle popolazioni depositarie.
 
Fonte: Tre Bicchieri Gambero Rosso (articolo a firma del Prof. Attilio Scienza)
 
 

martedì 24 dicembre 2013

AUGURI DIVINI

Auguri di cuore a tutti quelli che mi seguono e a coloro che, con attestati di stima, mi spingono ad andare avanti e fare sempre meglio.  Spero che con il blog, che sta per compiere il secondo anno, e con la "Scuola del gusto", abbia fornito un servizio utile per portare la cultura del vino e delle produzioni agroalimentari di qualità direttamente nelle vostre case. Un augurio speciale a tutti coloro che hanno contribuito affinché ciò sia stato possibile, produttori, docenti, liberi professionisti, uomini di cultura e amici.

AUGURI DI..VINI

 
 





 
UN MOLISE DIVINO: CONSEGNA ATTESTATI DI FREQUENZA
(SABATO 28 GIUGNO 2013)
(Consegna attestati del primo corso della "Scuola del gusto")
 
 

 
 
ITINERARI DEL GUSTO II
(SABATO 18 MAGGIO 2013)
(Agricoltura, ambiente, agroalimentare e cultura)
 
 

 
 
ITINERARI DEL GUSTO I
(SABATO 11 MAGGIO 2013)
(Agricoltura, ambiente, agroalimentare e cultura)
 
 



UN MOLISE DIVINO: SORSI DI CULTURA
(MERCOLEDI' 17 APRILE 2013)
(1° Seminario su vino, cultura e territorio)
 
 



UN MOLISE DIVINO: ASPETTI NORMATIVI E CONTROLLO QUALITA' NELLA FILIERA VITIVINICOLA
(18 APRILE 2013)
(Docenti: dott.ssa Giovanna Vizzarri, Avv. Vincenzo Notarangelo - liberi professionisti)
 



UN MOLISE DIVINO: ASPETTI NUTRIZIONALI E SALUTISTICI DEL VINO, EDUCAZIONE AL CONSUMO CONSAPEVOLE
(11 APRILE 2013)
(Docente: dott. Marco Tagliaferri, nutrizionista ed esperto di dieta mediterranea)
 



UN MOLISE DIVINO: MARKETING TERRITORIALE, ENOTURISMO E STRADE DEL VINO
(14 MARZO E 4 APRILE 2013)
(Docenti: Prof. Rossano Pazzagli, Prof.ssa Monica Meini; Università del Molise)
 
 

 
 
UN MOLISE DIVINO: DENOMINAZIONI D'ORIGINE E CULTURA DEL VINO
(21 MARZO 2013)
(Docente: Pasquale Di Lena; agronomo, esperto di enogastronomia, scrittore)
 
 



UN MOLISE DIVINO: VISITA PRESSO LE CANTINE DI MAJO NORANTE
(5 MARZO 2013)
(Docente: dott. Francesco Rizzo, agronomo dell'azienda)
 
 


 
UN MOLISE DIVINO: VISITA PRESSO LE CANTINE BORGO DI COLLOREDO
(28 FEBBRAIO 2013)
(Docente: dott. Enrico Di Giulio, titolare ed enologo dell'azienda)
 
 



UN MOLISE DIVINO: ANALISI SENSORIALE CON SLOW FOOD
(21 FEBBRAIO 2013)
 (Docente: dott. Pierluigi Cocchini, ARSIAM e curatore guida vini Slow Food)
 
 

  
 
UN MOLISE DIVINO: ANALISI SENSORIALE CON ASPI
(14 FEBBRAIO 2013)
(Docenti: Celeste Di Lizio e Rudy Rinaldi)
 
 

 
 
UN MOLISE DIVINO: ANALISI SENSORIALE CON AIS
(7 FEBBRAIO 2013)
(Docente: Gabriele Di Blasio)
 
 

 
 
UN MOLISE DIVINO: VISITA PRESSO L'AZIENDA VITIVINICOLA DI ANGELO D'UVA
(17 GENNAIO 2013)
(Docenti: dott. Pierluigi Cocchini e dott.ssa Loredana Pietroniro, ARSIAM)

 




UN MOLISE DIVINO: ANALISI CHIMICA E STRUMENTALE IN ENOLOGIA
(1 FEBBRAIO 2013)
(Docente: Prof. Pasquale Marco Romano, Istituto Agrario)




UN MOLISE DIVINO: TECNICA ENOLOGICA
(24 GENNAIO 2013)
(Docente: dott.ssa Maria Concetta Raimondo, enologo)




UN MOLISE DIVINO: LA VITE E IL VINO NELLA STORIA
(13 DICEMBRE 2012)
(Docente: Prof.ssa Annarita De Notariis, Istituto Agrario)
 




Sebastiano Di Maria



 
 

mercoledì 18 dicembre 2013

IL SENSO DELL'IDENTITA'

Lo stile è l’originale espressione di un periodo culturale, di un prodotto, di un modo di fare musica o di vestirsi. Ci chiediamo se il vino prodotto oggi in molte zone italiane, ne trasmette uno riconoscibile. Purtroppo la risposta è negativa: il nostro Paese presenta una molteplicità di stili, non solo tra le diverse Denominazioni, ma addirittura tra i vini di una stessa DOC, dove la tipologia dei vini prodotti spazia tra un gusto internazionale ed il ritorno ai vitigni autoctoni. Mettiamoci nei panni di un consumatore straniero in procinto di degustare un Cabernet dal gusto vanigliato o uno Chardonnay dall’impronta legnosa prodotti in Italia o in un qualsiasi luogo del mondo, assieme ad un vino toscano, piemontese o veneto: il mercato internazionale costruito con abilità dai Paesi del Nuovo Mondo sul modello francese, ha decisamente condizionato le scelte tecniche dei produttori italiani che pur di correre dietro ai gusti altrui hanno abbandonato il loro stile.
 
 
 
Un grande artista ha affermato che per diventare universali è necessario essere locali: il vino italiano ha bisogno di non perdere il suo stile originario. Fortemente connessa al territorio, è la produzione dei vini cosiddetti “etici”, espressione della viticoltura biologica e biodinamica. Il termine “eco-compatibile” nasconde, però, il tentativo di esorcizzare la crescente banalizzazione del vino nel mondo e di offrire l’occasione ad una ristretta cerchia di consumatori di distinguersi attraverso la scelta di questi vini. Nell’eterno dualismo tra conservatorismo e progressismo, queste espressioni di viticoltura di moda presentano aspetti interessanti per il rispetto integrale della complessità del terreno.
 
 
 
Anche la comunicazione ha un ruolo importante da svolgere nella trasmissione dei valori positivi del vino italiano in chiave ermeneutica. La comunicazione si identifica oggi in quel pensiero unico che pretende di regolare i comportamenti produttivi della viticoltura europea tradizionale, che non a torto si oppone ad una colonizzazione che, attraverso la stampa specializzata dei Paesi del Nuovo Mondo, tende a delegittimarne i valori ed a creare i presupposti presso i consumatori di un’immagine del vino globalizzata e standardizzata.
 
Fonte: Tre Bicchieri Gambero Rosso (articolo a firma del Prof. Attilio Scienza)
 
 

sabato 14 dicembre 2013

I NUMERI NON MENTONO MAI: SEMPRE PRIMI

Oggi mi trovo a commentare, ed è la terza volta in quest’anno solare, non senza un pizzico d'orgoglio, aggiungo, da molisano innamorato della propria terra e appassionato di vino, le elaborazioni, su dati Istat, dell’export del vino per singola regione italiana, curate dal Corriere Vinicolo. La fine del terzo trimestre, sotto l’occhio vigile della testata dell’Unione Italiana Vini, per mano del suo Direttore Carlo Flamini, mette in risalto, anche se ancora una volta non citato nell’articolo, un risultato superlativo per il Molise e per i produttori molisani. Come ho avuto modo di evidenziare in quest’altro articolo, dall’analisi dei dati dell’export a giugno 2013, confrontati con quelli dell’anno precedente, risultava una crescita del 49,5%, pari a un valore di oltre tre milioni di euro, saldamente in testa in un’ipotetica classifica per maggior incremento dell’export. Anche i dati riguardanti il mese di settembre 2013, sempre riferiti allo stesso periodo dell’anno precedente, danno un saldo nettamente positivo, pari a un 23% d’incremento, ancora una volta primi nella nostra ipotetica classifica.
Fonte: Corriere Vinicolo
Questo il resoconto dell'articolo:
Il Veneto, come sempre, si conferma leader nell’export di vino per regioni, con un totale cumulato a settembre di 1,1 miliardi di euro, per una crescita del 12% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Segue il Piemonte, 656 milioni di euro e una progressione dell’8%, in miglioramento rispetto alla performance semestrale. Crescono – pur rallentando il ritmo – anche la Toscana, situata poco sopra il mezzo miliardo di euro di valore, e il Trentino Alto Adige (+6%), mentre continuano le ottime progressioni registrate dall’Emilia Romagna, stabilmente sopra il +15% di aumento da inizio anno. In regressione – pur con valori in aumento – Lombardia (passata da +14% di giugno a +10% di settembre) e Abruzzo, che rallenta di un punto, confermando comunque una delle migliori progressioni tra le regioni: +13%. Dopo un buon inizio d’anno (+7% a marzo), la Sicilia si ferma, così come il Friuli Venezia Giulia. Positive le altre regioni, mentre continua a macinare perdite la Puglia, che chiude i primi nove mesi con un bilancio in rosso del 19%, peggiorato sia rispetto a giugno (-13%), che a marzo (-8%).

Fonte: Corriere Vinicolo
Questa volta, a differenze della altre, c'è una nota a margine dell'articolo molto interessante, che spiega in maniera molto semplice come vengono raccolti questi dati, e anche le conclusioni sono uno specchio della realtà.
Le esportazioni delle regioni vengono calcolate secondo l’ultimo punto di transito effettivo del vino, in genere dove le aziende hanno il deposito doganale, che può non coincidere con la regione di appartenenza. Non necessariamente, quindi, tutto quello che viene esportato dal Veneto è vino “veneto” e così via. A questo poi si aggiunga che gran parte dei volumi di vino del Centro-Sud viene imbottigliato al Nord e – per le ragioni espresse in precedenza – inglobato nei calcoli nella regione di appartenenza dell’operatore finale.
Questo dice, in pratica, che le regioni del nord, oltre a beneficiare del trend di crescita esponenziale della spumantistica - Prosecco in testa con un +16% in valore e +8% in volume, oltre all'Asti con un +8% in valore, sempre per il per il periodo gennaio-settembre - attingono a piene mani dai vini del sud, che ancora vanno a rimpinguare, anche in termini qualitativi, le produzioni del settentrione enologico. Al netto di questi dati, è proprio il sud a dare le migliori performance, tranne la Puglia che continua a macinare perdite, regione che pagherà lo scotto anche della scadenza della deroga di vinificazione (frizzantatura e spumantizzazione) fuori zona, ossia fuori dai confini regionali, di Lambrusco e Moscato, su cui hanno investito molti viticoltori della Daunia.

Fonte: Cronache di gusto (siamo sempre molto considerati, come potete notare)

I dati dimostrano che il Sud, con la sola eccezione della Puglia, si è accorto che contribuiva troppo alla qualità del Nord, che ha poco di nuovo da raccontare, se non per il fenomeno Prosecco, è ha capito che questa qualità la poteva fare in proprio e il Molise ne è l'esempio migliore, come abbiamo più volte ribadito, grazie alla lungimiranza e coraggio di giovani produttori. Lo studio e la ricerca di vecchie varietà nell'ampio panorama ampelografico regionale, da affiancare alla Tintilia, la ricerca di nuovi territori o meglio, come detto di recente dal Prof. Mario Fregoni, la riscoperta dei vecchi areali produttivi attraverso studi di zonazione, sono strumenti necessari per dare lo slancio definitivo al comparto, ovviamente comunicato nella maniera giusta.

Sebastiano Di Maria
molisewineblog@gmail.com

 
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