sabato 29 settembre 2012

QUANDO LA DEGUSTAZIONE DIVENTA POESIA: UN VINO DA PRENDERE A MORSI



Qui è dove la naturale esuberanza del frutto non scade mai nella ovvia rappresentazione di se stessa, e della sua vanagloria. Qui è dove la gioventù si fa fremente, ma anche prodiga di dettagli sottili. Qui è dove la gioiosa consistenza di un vino che “scorre” ti fa capire di non aver affatto bisogno di costruzioni attorno. Nella limpida e accecante rappresentazione varietale “nerodavolesca”, hai tutti i pertugi e tutti gli accenti che servono per gettare una luce nuova su una tipologia, e su un vitigno, desiderosi di appartenenza, di connotazione, di “appigli” territoriali certi. Nella vena selvatica e salmastra, metallica e acciugosa dei suoi profumi tutta la potenza espressiva delle migliori contrade di Eloro e della Val di Noto. Nella carnosa sensazione tattile (sì, è vino da prendere a morsi) e nella trascinante, ma mai ridondata, succosità, l’istintività di un bere amico. Nei ritorni di gelso, capperi e menta la stura per lasciarti trasportare lontano. Se tu dovessi esemplificare il concetto di piacevolezza, potresti rappresentarlo con un bicchiere così, senza troppo parlare. Qui, dove la perizia tecnica appare al servizio della veracità, senza intaccarne la sostanza. Qui, in un vino “annata” solare e intenso, maledettamente finto-semplice, implacabilmente armonioso, dalla beva traditrice.
Nella mia cella agostana, alle prese con i giudizi febbrili e le meditabonde schede guidaiole, oggi ho ritrovato un senso e la voglia di comunicare. D’altronde, mi è entrato il mare in casa. A 10 euro, ho il mare in casa.

Fonte: L'AcquaBuona, IGT Sicilia San Basilio 2010 – Riofavara


Balanço - More (1999)

NB Per una lettura migliore della scheda si consiglia questo brano come sottofondo


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