sabato 31 maggio 2014

COMUNICARE IL VINO: UN ARTE PER POCHI

Assistiamo a un grande cambiamento nei modi di giudicare un vino: in un passato recente, la critica era il punto finale come per molti libri o film. I commenti erano interessanti, aprivano mondi. Vi era anche il giudizio della gente comune che beveva e parlava con gli amici. Da quando esistono i social network tutto è cambiato. In primis perché la democrazia del web non tollera facilmente l'autorevolezza del critico (spesso poco autorevole) e poi perché il buon senso non si può riassumere in “mi piace” o “non mi piace”. Si leggono opinioni prese a prestito un po’ dovunque, si cerca di dimostrare di essere più bravi, ma spesso manca la conoscenza. Un risultato però è stato ottenuto: aver messo fuori gioco il pensiero unico degli opinion leader che avevano codificato i canoni della qualità spesso non per meriti dei vini, ma per le loro appartenenze.



Dobbiamo evitare di usare un linguaggio enfatico, pieno di figure retoriche, evitare di proporre la falsa distinzione tra valutazione tecnica e puro piacere. Oggi è sempre più difficile discernere l’influenza del gusto estesico (il collegamento con le proprietà sensibili di un vino o un alimento) dalla rilevanza del gusto estetico (l’attitudine a discernere bellezza o imperfezione). Per un vino è fondamentale individuare il differente dall'indifferenziato. In passato avevano un ruolo il “buon gusto”, l’esercizio e l’applicazione delle norme che caratterizzano l’egemonia di un gruppo sociale (borghesia del ‘800) o l’adozione del “pensiero unico” di alcuni degustatori. La storia recente ci mostra una serie crescente di bizzarrie che hanno incluso o escluso certe tipologie nelle cerchie ristrette del potere di pochi marchi. La questione è comunque importante per chi fa marketing. Infatti quando il consumatore sviluppa reale sensibilità agli attributi estesici, si porrà il problema per chi produce o lo comunica di evidenziarne i tratti qualificanti. A volte il consumatore è attratto più dalle finezze linguistiche con cui è descritto il vino che dalle caratteristiche fisico-chimiche e sensoriali.

Fonte: Tre Bicchieri Gambero Rosso (articolo a firma del Prof. Attilio Scienza)


martedì 20 maggio 2014

SECONDA EDIZIONE DEGLI ITINERARI DEL GUSTO CON ATM E ISTITUTO SAN PARDO

La seconda edizione della "Scuola del gusto" si avvia alla chiusura - manca ancora la lezione sugli aspetti nutrizionali con il dott. Marco Tagliaferri - dopo una cavalcata entusiasmante che ha portato i corsisti di un "Molise Extra-Ordinario", in cinque mesi, tra frantoi, oliveti, degustazioni guidate tra monovarietali e abbinamento con il cibo, alle lezioni frontali con accademici e professionisti del settore. Un vero e proprio contenitore di cultura, arte, territorio, marketing, paesaggio rurale e tutto quello che la nostra Regione può offrire. Ma non abbiate paura, non ci congediamo così, senza nessuna sorpresa, senza dare anche una possibilità di toccare con mano a qualcuno che non ha avuto modo di poter partecipare al corso. Ecco che anche quest'anno riproponiamo gli "Itinerari del gusto", o il "gusto della scoperta" delle nostre eccellenze. Si tratta di due giornate, patrocinate dall'Istituto Tecnico "San Pardo" di Larino e da ATM, l'azienda di trasporti che fa viaggiare il Molise, che metterà a disposizione gratuitamente uno dei suoi autobus per l'occasione, che toccherà alcune delle più importanti realtà produttive della Regione. Come anticipato, oltre che ai corsisti, le iscrizioni saranno aperte anche ad esterni, in numero limitato. Le escurisioni didattico-culturali, enogastronomiche e paesaggistiche si svolgeranno nelle giornate di sabato 21 giugno (spostato dal 31 maggio) e sabato 7 giugno. Di seguito vi riportiamo i programmi completi dei due itinerari. 

Per info e adesioni:
Sebastiano Di Maria
Ideatore e coordinatore della "Scuola del gusto" 
0874 822160 (Istituto Tecnico "San Pardo", dalle ore 8.00 alle ore 13.30)

http://www.facebook.com/scuola.delgusto.larino



Ore 07.00 Partenza da Larino (Piazza del Popolo)

Ore 09.00 Campi Valerio e Principe Pignatelli a Monteroduni  
Dal 1974 la Cantina Valerio produce vini di pregio e di grande carattere. Nella tenuta che fu del Principe Pignatelli, attraverso il recupero della piccola viticoltura locale, la famiglia Valerio ha dato vita a una produzione vinicola che mira alla valorizzazione dei vitigni autoctoni del Sannio Pentro (Molise). La Cantina Valerio è l’unica produttrice del vino Pentro. Nella prima  parte ci sarà la visita in cantina e degustazione dei vini. Seguirà la visita presso il frantoio dell'azienda  agricola Principe Pignatelli,  che produce olio extravergine d'oliva DOP, biologico e monovarietale.

Ore 11.30 Azienda Agricola Costantini a Rocchetta al Volturno 
L'Azienda si trova sull' altopiano di Rocchetta a Volturno, in ambienti incontaminati, alle pendici delle Mainarde nel Parco Nazionale Abruzzo-Lazio-Molise, nei pressi delle sorgenti del Volturno. Da sempre alleva bovini di razza Bruna alimentati esclusivamente con foraggi e cereali coltivati sui terreni dell'Azienda. Parte del latte prodotto dalle vacche allevate viene trasformato con metodo artigianale nel piccolo caseificio aziendale. Dopo la visita alla stalla, seguirà quella in caseificio dove si seguiranno le operazioni di caseificazione.

Ore 13.00 Pranzo presso agriturismo Costantini *
Degustazione dei piatti tipici con i prodotti dell'azienda.

Ore 14.00 Visita guidata presso il Borgo Medievale di Rocchetta al Volturno 
Castello Battiloro, Abbazia di San Vincenzo e scavi archeologici (visita guidata).

Ore 15.30 Venafro 
Parco degli olivi, prima area protetta dedicata all'olivo, unica nel suo genere nel Mediterraneo. La sua istituzione intende promuovere e conservare l'olivicoltura tradizionale che a Venafro ebbe fasti e splendori, tanto che i Romani ritenevano l'olio prodotto in loco il più pregiato del mondo antico. La visita preseguirà presso il museo archeologico di Venafro e altri luoghi d'arte e cultura (visita guidata).

Ore 17.30 Venafro 
Anci Molise per Expo 2015, visita presso le aziende espositrici dell'evento che presenta il Molise in occasione dell'expo di Milano del prossimo anno. Ci saranno spazi espositivi delle tipicità agricole, enogastronomiche, imprenditoriali e turistiche del territorio molisano, oltre a mostre varie (visita libera).

Ore 19.30 Partenza per Larino


Ore 21.30 Arrivo






Ore 08.00 Partenza da Larino (Piazza del Popolo)

Ore 08.30 Salumificio Casa Florio a Montecilfone
Casa Florio è un azienda che produce e commercializza salumi tipici molisani, senza conservanti, da cinquant'anni. I salumi di Casa Florio si trovano in tutto il mondo perché inseriti nel circuito Eataly, il più grande mercato al mondo dedicato ai cibi e alle bevande italiane di alta qualità. 

Ore 11.30 Cantine Borgo di Colloredo a Campomarino
Visita guidata presso una delle cantine simbolo dell'enologia regionale, vincitrice di due medaglie all'ultimo concorso mondiale di Bruxelles. Cantina, vigneti e degustazione vini con Enrico Di Giulio.

Ore 13,30 Pranzo presso ristorante La Carrese a San Martino in Pensilis *

Ore 15,30 Portocannone  olivi secolari con Michele Di Legge
Escursione tra i patriarchi di Portocannone, olivi ultra secolari di 700-800 anni, con l'Assessore all'Agricoltura del Comune Michele Di Legge.

Ore 17.30 Escursione sulla costa a Campomarino con Luigi Lucchese e Sara Fusco
Escursione sul litoraneo di Campomarino, tra fauna e flora delle dune, in compagnia di Luigi Lucchese (Ambiente Basso Molise) e Sara Fusco (Università del Molise).

Ore 19.30 Partenza per Larino

Ore 20.00 Arrivo

* Il solo costo del pranzo è a carico dei partecipanti (20 € circa)

Scuola del Gusto
scuoladelgustolarino@gmail.com


lunedì 12 maggio 2014

IL BUONPAESE

Il Buonpaese, un libro territorialista, sulle Città del vino e le potenzialità del territorio rurale italiano


Dopo pochi giorni dalla sua lezione "Ulivi e frantoi nella storia del paesaggio agrario italiano", torna alla "Scuola del gusto" Rossano Pazzagli, per presentare la sua ultima fatica, iniziativa fortemente voluta dall'ideatore e coordinatore, Sebastiano Di Maria, nell'ambito del circuito nazionale di presentazione del volume, come sviluppo e approfondimento naturale del percorso formativo "Un Molise Extra-Ordinario". Ne parleranno con l'autore Davide Marino, docente di Economia Ambientale presso il Dipartimento di Bioscienze del territorio dell'Università del Molise e Pasquale Di Lena, già fondatore e Direttore dell'Associazione Nazionale delle Città del Vino. In un paese come l’Italia il territorio e la bellezza sono le vere armi per uscire dalla crisi. Ne consegue che dobbiamo difenderli entrambi, il territorio e la bellezza. Risponde a questo obiettivo il nuovo libro di Rossano Pazzagli, "Il Buonpaese. Territorio e gusto nell’Italia in declino", pubblicato dall’Editore Felici di Pisa. Analizzando l’esperienza delle Città del vino, l’associazione nazionale fondata a Siena nel 1987 da una quarantina di Comuni, il libro attraversa la storia italiana degli ultimi 25 anni focalizzando l’attenzione sull'importanza del territorio rurale, sul ruolo dei Comuni, sul rapporto tra agricoltura e turismo, sulla funzione della cultura e la debolezza della politica. Questa rete tra comuni, cresciuta nel tempo fino a superare i 500 municipi associati, rappresenta un ideale itinerario turistico e culturale nell'Italia rurale, finendo per costituire anche una straordinaria esperienza istituzionale e politica che partendo dall'enogastronomia ci parla delle campagne e dell’agricoltura italiana, delle differenze e dell’unicità del Bel Paese, visto qui come Buon Paese malgrado la fase di declino che sta vivendo. 


“Ripercorrendo questi ultimi 25 anni – avverte Pazzagli - nell'orizzonte della crisi, la salvaguardia del territorio rurale e dell’autonomia comunale, così come la tutela e la valorizzazione delle risorse locali, emergono quali vie privilegiate per una possibile rinascita italiana. Rossano Pazzagli, insegna Storia Moderna presso l’Università degli Studi del Molise, fa parte del consiglio direttivo della Società dei Territorialisti e ha pubblicato numerosi lavori di storia economica, storia dell’ambiente e storia del turismo. Il volume, che riprende anche alcune esperienze locali toscane, si apre con una prefazione di Sergio Rizzo, giornalista del Corriere della Sera, che parla di un percorso italiano basato sulla bellezza e il paesaggio “che negli ultimi decenni si è smarrito nelle campagne aggredite dai capannoni, nei borghi medievali assediati da oscenità edilizie, nelle periferie che hanno invaso le pianure, nei fiumi cementificati. Con Il Buonpaese – scrive Rizzo - Rossano Pazzagli cerca ora di riannodare i fili di quel percorso”.  

Comunicato stampa
scuoladelgustolarino@gmail.com


sabato 10 maggio 2014

ULIVI E FRANTOI NELLA STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO ITALIANO

La “Scuola del gusto”, con il percorso formativo “Un Molise Extra-Ordinario”, è giunta nella sua fase cruciale, con lo sviluppo dell’ultimo modulo, quello che, con l’apporto tecnico, scientifico e culturale di relatori di straordinario spessore, ha l’obiettivo di individuare e dare delle indicazioni ai corsisti sulle qualità delle nostre produzioni, attraverso il gusto, che è anche evocativo del paesaggio, il nostro punto di forza da difendere e tutelare, ma anche attraverso la cultura e l’educazione alimentare. Il prof. Rossano Pazzagli, docente di Storia moderna presso il corso di laurea in “Scienze del turismo” dell’Università del Molise, ha dato inizio a questo trittico di lezioni, che si arricchirà anche di un importante appuntamento culturale e di condivisione di cui vi daremo ampia documentazione, proprio attraverso la prospettiva dello storico, un “uomo del presente che cerca di dare soluzioni ai problemi attuali attraverso lo studio del passato”. Con la sua straordinaria capacità comunicativa, frutto anche di un enorme bagaglio di conoscenze ed esperienze, non solo in campo scientifico, ma di una vita dedicata allo studio del territorio e alla sua tutela, il prof. Pazzagli ha, ancora una volta, calamitato l’attenzione della folta platea di corsisti, come già era accaduto lo scorso anno per la sua lezione a “Un Molise divino”. 

Il prof. Rossano Pazzagli durante la lezione

Il primo aspetto su cui si è soffermato, sono stati i numeri della produzione olivicola e olearia della Regione Molise che, seppur mortificanti se confrontati ai dati nazionali (circa 1% del totale), hanno un grande valore se letti in maniera diversa. Con una produzione di olive doppia della Liguria e 1/3 di quella della Toscana, due realtà che rappresentano un po’ il gota dell’olivicoltura e dell’extravergine di qualità nel nostro paese, i nostri numeri sono di tutto rispetto e consentono ampi margini di crescita. Come? Innanzitutto, da buon territorialista, attraverso la tutela del paesaggio, il risultato dell’attività agricola, la vera ricchezza del nostro paese, dove l’olivo ha rappresentato, oggi ancor di più, un elemento rilevante. L’accademico, attraverso un excursus storico, dal Medioevo a giorni nostri, passando per il Rinascimento, ha descritto i tratti di un’evoluzione o, se vogliamo, una rivoluzione, di quella che è stata l’olivicoltura e l’utilizzo diversificato dei suoi prodotti nel corso della storia. Da un’olivicoltura nel Medioevo, localizzata per la gran parte nei territori oggi occupati da Campania, Calabria e Puglia, in cui l’uso dell’olio era soprattutto per le città manifatturiere del nord (tessile e produzione di sapone), è passato, attraverso il Rinascimento, a uno prevalentemente alimentare, divenendone un vero protagonista, sia nelle campagne sia nel commercio con l’Italia settentrionale e il nord Europa. La pianta dell’olivo è stata quella che più di tutte ha resistito ai periodi di crisi, anche nel passato, come carestie ed epidemie. 

L'attenta platea presente

Lo sviluppo dell’olivicoltura nel corso dei secoli, e quindi l’influenza sul relativo paesaggio, sono stati diversi nel territorio italiano a seconda il sistema di gestione delle campagne. In Toscana, ma nel centro Italia in generale, attraverso il sistema di conduzione a Mezzadria, si sviluppò un’organizzazione culturale promiscua, dove il mezzadro, che abitava nel podere, aveva la necessità di avere diverse culture per il sostentamento suo e della famiglia, ed ecco quindi l’alternarsi di oliveti e vigneti, alberi da frutto e cerealicoltura. Nel Mezzogiorno, invece, si diffuse la forma della monocoltura (Puglia in particolare), dovuta al latifondismo, dove il proprietario del fondo viveva in città. Durante il Rinascimento, quindi, l’olivo entra a pieno titolo nel processo di costruzione del paesaggio italiano, producendone diversi, conferendo una dimensione verticale, determinando sistemazioni agrarie dei terreni e, se vogliamo, anche una modificazione nell’intendere l’agricoltura, come rilevato dallo storico Piero Bevilacqua, dando una nuova e più elevata forma di organizzazione dello spazio agrario e dell’habitat naturale, rispetto a una monotona monocultura cerealicola. Il Rinascimento è stato foriero di novità importanti, come l’innesto di varietà domestiche su olivastri, e l’operazione di potatura, prima mai eseguita, portata dalla Spagna ai primi del ‘600, da un viceré spagnolo, Giovanni Vivas. Nel ‘700, invece, si ha il vero consolidamento e modernizzazione delle pratiche olivicole, tanto che lo storico molisano, Giuseppe Maria Galanti, sottolinea la superiorità del sud in fatto di olivi e olio: “Grano, vino e olio sono i prodotti principali del nostro Regno. Ma l’olio sopra i primi due ci rende creditori nati de’ popoli settentrionali”. L’abbondanza di olio e cereali nel mezzogiorno spinge per una maggiore organizzazione e investimenti sul territorio, soprattutto per favorire i trasporti, mentre fino a quel momento le uniche vie utilizzate erano i tratturi. In Molise, il catasto provvisorio d’inizi ‘800, riportava una presenza limitata, anche se tale situazione, nel corso del secolo, subì una sostanziale evoluzione, mentre il distretto che più abbondava di olivi era Larino, secondo Giuseppe Del Re, in cui si praticava il miglior metodo di potatura, “in rapporto alla diramazione alla forma e alla figura dell’albero. Non meno qui che altrove si fa olio buono, ma diverrebbe squisito se mai fosse fabbricato con migliore arte e cura”. 

Raccolta degli atti dell'Accademia Nazionale dell'Olivo e dell'Olio svoltasi in Molise

L’olivo, quindi, ha contribuito alla ricchezza nazionale e alla costruzione dell’ambiente e del paesaggio, per tale motivo è un patrimonio da tutelare e salvaguardare. Il passaggio da un turismo di massa al turismo dell’esperienza, ha posto l’accento Pazzagli, quello che porta a viverlo direttamente sul territorio, può essere una delle soluzioni per la tutela delle aree interne, dove l’olivo ne è il simbolo, consolidando sul territorio concetti come la consapevolezza, sostenibilità, integrazione ed equilibrio. Anche i frantoi, secondo Pazzagli, insieme ai mulini e tratturi, sono lo specchio dell’economia e del paesaggio storico agrario. Ubicati lungo i torrenti o nei borghi, mossi dall'acqua o dall'energia animale (o più recentemente elettrica), queste strutture produttive possono rappresentare oggi, con i loro resti, le loro architetture e i loro macchinari un vero e proprio itinerario tematico attraverso la regione, con finalità culturali e turistiche. La conoscenza e la presa di coscienza, per uno sviluppo consapevole, sono anche i principi si cui si basa la “Scuola del gusto”, concetti su cui tutti i presenti hanno convenuto, interrogandosi e confrontandosi, su come superare certe situazioni d’impasse, spesso frutto di non scelte dove la cultura non alberga.

Scuola del gusto
scuoladelgustolarino@gmail.com



mercoledì 7 maggio 2014

LO STORICO ROSSANO PAZZAGLI ALLA SCUOLA DEL GUSTO

L’olivo rappresenta uno degli elementi ambientali di maggiore pregio, contribuendo a fare del paesaggio di molte regioni italiane una risorsa essenziale per la cultura e il turismo. L'8 maggio a Larino per conoscerlo e apprezzarlo meglio.



La “Scuola del gusto” di Larino (CB), nell’ambito del progetto “Un Molise Extra-Ordinario”, il secondo percorso formativo multidisciplinare, riservato a studenti, produttori, operatori e appassionati, ospita una lezione sull'olivo e l’olio nella storia del paesaggio italiano. La terrà il prof. Rossano Pazzagli, storico dell’Università del Molise, il prossimo 8 maggio, dalle ore 15 alle ore 18, nell'auditorium dell’Istituto Tecnico “San Pardo” Agrario e per Geometri della cittadina molisana. Quella dell’olivo è una storia antichissima, che da oltre settemila anni segna la civiltà mediterranea, mentre l'olio d'oliva è da millenni uno dei prodotti e delle merci più importanti. La lezione si concentrerà, tuttavia sullo sviluppo dell’olivicoltura in Italia dalla fine del medioevo all'età contemporanea, in connessione con i diversi sistemi agricoli della penisola e con l’evoluzione del paesaggio, che tanto peso hanno nella storia d’Italia e nella costruzione dell’ambiente mediterraneo, fino ad arrivare alle tecniche di estrazione dell’olio e alla rete dei frantoi intesi non soltanto come strutture produttive, ma anche come un patrimonio diffuso di saperi e di cultura

Il prof. Pazzagli durante la lezione di "Un Molise divino"

L’olivo, dal canto suo, rappresenta uno degli elementi ambientali di maggiore pregio, contribuendo a fare del paesaggio di molte regioni italiane una risorsa essenziale per la cultura e il turismo. L’obiettivo dell’incontro è in sostanza quello di dimostrare come l’ulivo abbia contribuito alla ricchezza nazionale e alla costruzione dell’ambiente e del paesaggio, valorizzando in senso agricolo l’habitat di gran parte d’Italia, in particolare quello del sub-appennino, delle colline, delle balze, delle terre in pendio che rappresentano gran parte del territorio italiano e molisano.

Scuola del gusto
scuoladelgustolarino@gmail.com


martedì 6 maggio 2014

CANTINE D'UVA A CANTINE APERTE 2014

VINO, OLIO, TRADIZIONE E CULTURA: LA MEDITERRANEITA' COME STILE DI VITA

Le luci e i colori, i profumi e i sapori, i tempi e i modi, la storia e il quotidiano, le idee e gli ideali, della nostra terra e della nostra cultura per promuovere il “BEN -ESSERE”


In collaborazione con:
Ecomusei Itinerari Frentani
Lions Club di Larino,
Educational Healt Program,
MAACK
Gelateria Artigianale, Cioccolateria, Pasticceria e Cake Design “Novecento”


Cantine D'Uva


Loghi



Programma:
SABATO 24 MAGGIO 

Ore 10.30: Seduta di degustazione dell’olio presso la Sala Panel a cura dell’Arsiam

Ore 12.30: A tavola con la Tintilia

Ore 15.00: visita guidata di Larino: l’archeologia, la storia, l’oralità popolare, le tradizioni, i monumenti, i musei

Ore 17.00: rito della Benedizione degli animali utilizzati nella festa di San Pardo

Ore 18.00: trasferimento presso l’azienda Colonna di San Martino in Pensilis. Visita dell’azienda e degustazione olio extravergine.

Ore 19.00: presentazione libro “In uno sguardo” di Marcello Pastorini: un viaggio con poesie, filastrocche, racconti alla scoperta del Molise Frentano

Ore 21.00: Le bruschette d’Italia: cena a base di bruschette con l’olio dell’azienda e vino delle Cantine Angelo D’Uva

Ritorno in agriturismo e pernottamento


Vini premiati con la Gran Menzione al Vinitaly 2014

Altre etichette dell'azienda

Altre etichette dell'azienda

DOMENICA 25 MAGGIO

ORE 10.00: CANTINE APERTE 2014

LA VIA DEL VINO: viaggio in una filiera attraverso la visita ai filari e ai luoghi di produzione

Il MOLISE NEL BICCHIERE degustazione guidata delle nuove etichette dell’azienda

BOCCONI DI TIPICITÀ: assaggio di prodotti tipici

“DALLA BOTTE AL CONO” Gelato show coking di Gelateria Artigianale Novecento: per deliziare il palato e gli occhi producendo in diretta il Gelato Artigianale che sarà avvolto dalla “Glassa al Tintilia” prodotta con LAGENA Tintilia del Molise DOC di casa D’Uva

A TAVOLA CON IL GALANO ( il menu’ dei carrieri di San Pardo + abbinamento calici vini)

CONOSCIAMO IL TERRITORIO:
Il MAACK Museo all’aperto d’arte contemporanea Kalenarte 
Alla scoperta della Carrese di San Pardo: 
Laboratorio “Incanto e bellezza dei fiori di San Pardo”
dalle ore 17.00 visita guidata alla carrese.

Comunicato Stampa Cantine D'Uva


sabato 3 maggio 2014

I CONFINI CULTURALI DEL VINO

Scrive Erri De Luca che la forma a stivale dell’Italia non è servita in passato per dare un calcio ai popoli che in tutti i tempi si sono avvicinati a lei, ma in virtù della sua posizione in mezzo al Mediterraneo, per accoglierli e dare loro la possibilità di interagire con le popolazioni originarie. Questo incontro tra uomini ha creato nel nostro Paese infiniti limes, intesi come confini culturali dove sono nate le infinite espressioni del caleidoscopio agro-alimentare che tutto il mondo ci invidia. I confini sono luoghi di tensioni etniche, ma anche di scambio e di innovazione. Gli antropologi chiamano queste espressioni culturali edge effect, effetto bordo. In viticoltura si ricordano i confini segnati dalle entità terminologiche e dalla diffusione delle varie tipologie di strumenti per la coltivazione della vite e la vinificazione (come il castello e la nave per il trasporto dell’uva e del vino, le tipologie di torchio e di roncola per la potatura). Ancora oggi l’occhio attento dell’osservatore erudito coglie nelle tipologie dei muri dei terrazzamenti o nelle cantine il segno delle antiche origini, soprattutto nei luoghi dove le due culture sono venute a contatto. 

Vecchio sistema di allevamento ad alberata, ancora presente nel casertano (foto Sebastiano Di Maria)

L’Italia è ricca di questi limes: basti pensare ai confini nascosti che separano la viticoltura latina da quella greca nell'isola d’Ischia o quella dell’enclave etrusca di Capua riconoscibile dall’Asprinio, vitigno dalle origini comuni ai lambruschi e dalla forma d’allevamento ad alberata o la viticoltura di ispirazione longobarda ad ovest di Bologna da quella bizantina fino al mare. Di norma la cultura più forte ha un’azione intrusiva che preme sulle società limitrofe e quindi nel caso della vite esporta il modello romano verso altri Paesi. Può sembrare contraddittorio, ma la frontiera è uno spazio capace di produrre continuità storico-culturale e favorire la conservazione delle espressioni più arcaiche della viticoltura, a guisa di una sorta di riproduzione delle società originarie, ma può essere anche il luogo dove nasce una nuova viticoltura. Questo è quanto successo circa 2 mila anni fa in Italia nell'incontro tra i popoli dell’Occidente e quelli dell’Oriente.

Fonte: Tre Bicchieri Gambero Rosso (Articolo a firma del prof. Attilio Scienza)


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