martedì 28 ottobre 2014

VENDEMMIA, MERCATO E STRATEGIE FUTURE IN MOLISE

Confermate le previsioni che avevano preannunciato un calo del 25-30 per cento nella produzione rispetto al 2013. L’esperto Sebastiano Di Maria, corrispondente della testata "Il Corriere vinicolo", traccia un quadro complessivo del settore vitivinicolo molisano, parlando anche delle prospettive future. «Purtroppo le condizioni meteo si sono mostrate non proprio favorevoli anche durante il periodo estivo, quando erano necessarie giornate assolate, invece di pioggia e basse temperature», commenta l’esperto nell'intervista. 


di Alessandro Corroppoli 

La mano lunga della crisi si è spinta sino a toccare anche uno dei settori che meglio di altri aveva ammortizzato i colpi della depressione economica e sociale, l’agricoltura. Le previsioni pre-vendemmiali, fatte a cavallo tra agosto e settembre, preannunciavano la possibilità di un calo di quantità di uva prodotta pari a circa il 15 per cento, su scala nazionale, rispetto all’annata precedente. E del 25-30 per cento su scala regionale. Previsioni, purtroppo, confermate da Sebastiano Di Maria, corrispondente per il Molise e l’Abruzzo, de “Il Corriere Vinicolo”, storica testata di settore. L’esperto traccia un quadro complessivo sull'annata sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, senza dimenticare le prospettive future di un settore, come quello vitivinicolo, in forte espansione. 

Grappoli di Tintilia

Le previsioni di una produzione ridotta in termini percentuali, lette da più parti, sono state rispettate o smentite?
«Come già evidenziato, le previsioni erano tutt'altro che positive. Le stime parlavano di un calo intorno al 15 per cento. In realtà, mentre si stanno raccogliendo gli ultimi grappoli di uva, si può tranquillamente dire che sono state anche fin troppo ottimistiche: in alcune zone ci si è avvicinati anche a punte del 25-30 per cento. Questo vale anche per il Molise: dopo un’attenta analisi tra i maggiori produttori regionali, il dato da me riportato sul Corriere Vinicolo è pressoché confermato». 


Quali sono state le cause di questo calo vistoso e quali ripercussioni avrà, per l’Italia, sul mercato internazionale?
«Sicuramente le condizioni meteorologiche non favorevoli durante le fasi di fioritura e allegagione hanno portato a questi risultati. Secondo le stime di Assoenologi si dovrebbero produrre 42 milioni di ettolitri di vino, ai livelli della Spagna, ma ben al di sotto dell’exploit dello scorso anno pari a 47 milioni di ettolitri. Numeri, invece, ad appannaggio dei transalpini, che porterebbero la Francia, dopo due annate difficili, a primeggiare a livello mondiale».


Oltre a un calo evidente della produzione, era stata preventiva anche una sostanziale difficoltà nel garantire una buona qualità delle uve, imputabile a diversi fattori, e quindi un’annata non proprio da ricordare per il vino. Come giudica quest’aspetto?
«Purtroppo le condizioni meteo si sono mostrate non proprio favorevoli anche durante il periodo estivo, quando erano necessarie giornate assolate, invece di pioggia e basse temperature. A questo si sono aggiunte fitopatie come oidio e peronospora, come conseguenza del decorso stagionale, molto aggressive e difficili da controllare. Solo in alcune regioni, in particolare nel centro sud, le favorevoli condizioni meteo di settembre, con giornate assolate e calde, hanno ridato il sorriso a molti viticoltori». 

Grappoli di Montepulciano 

Per il Molise, oltre ad un calo vistoso, come reputa la qualità del vino?
«L’annata è da considerarsi tra le più difficili degli ultimi anni però, in compenso, la qualità del vino è molto buona. Il clima soleggiato del mese di settembre ha favorito una maturazione ottimale delle uve, mi riferisco alle uve a maturazione tardiva. Fatto questo che ha permesso di produrre un ottimo prodotto, di qualità, facendo recuperare parte del terreno perso in precedenza. Ovviamente, come in tutte le annate non facili, ci sarà un’ampia variabilità legata alle posizioni dei vigneti, alle cure di coltivazione e alla selezione del prodotto». 

Quali sono le uve maggiormente prodotte in Regione?
«Senza dubbio la varietà Montepulciano, per le uve rosse, e i Trebbiani, per le uve bianche che sono anche le più coltivate. Poi ci sono altri vitigni italiani come Sangiovese, Falanghina e Aglianico, oppure internazionali come Chardonnay, Cabernet e Pinot Grigio, che forse molti non sanno essere il vino italiano più bevuto al mondo, il cui mosto è particolarmente appetibile per le grandi cantine e gruppi imprenditoriali del nord. Molto più lontano la Tintilia, l’autoctono simbolo dell’enologia regionale, ancora una nicchia, che deve crescere assolutamente».

Più volte ha “denunciato” un immobilismo da parte delle istituzioni nella promozione dell’enologia molisana. Mi riferisco a un Consorzio di Tutela che, di fatto, esiste solo sulla carta, oppure alla difficoltà di fare squadra in senso generale. E’ cambiato qualcosa e come ritiene si possa migliorare in tal senso? 
«Purtroppo, bisogna costatare che, pur con una crescente consapevolezza nella qualità dei vini che si possono ottenere da un territorio come quello molisano, non vi è un’altrettanta lungimiranza nell'aspetto promozionale. Ancora una volta il Molise non utilizza i fondi dell’Ocm vino, ma non è una novità, per la promozione nei paesi terzi, soprattutto per mancanza di strategia e condivisione. Al Vinitaly, un numero di produttori sempre crescente preferisce stand propri a quello istituzionale della Camera di Commercio perché meglio rappresenta le singole aziende agli occhi degli operatori di mercato, come un vestito costruito su misura. Sarebbe ora che lo stand fosse ripensato in tal senso, come singoli spazi riservati, come accade per tutte le altre regioni, magari per poter accogliere tutti i produttori della Regione».

Spazio espositivo del Molise al Vinitaly

In sostanza sta dicendo che ogni azienda provvede di suo all'approccio con il mercato, mentre ci sono risorse inutilizzate che agevolerebbero il compito, anche in ottica sinergica, poiché poi i numeri sono sempre piccoli se confrontati con altre realtà produttive… 
«Esatto, non dimentichiamo che siamo appena l’1 per cento della produzione nazionale, a voler essere ottimisti. Quindi, a chi potrebbero interessare i nostri vini, soprattutto in un mercato globale? Invece, un brand unico o una strategia comune darebbe una visibilità maggiore che gioverebbe a tutto il mondo produttivo molisano. Non dimentichiamoci che molte uve e/o vini sono meta di cantine e/o imbottigliatori di fuori regione». 

La Tintilia sarebbe l’ambasciatrice della nostra produzione, quali altri vini potrebbero affiancarsi come espressione territoriale?
«Sicuramente, è veicolo perfetto per gli altri vini molisani: basti pensare che bottiglie di Tintilia erano presenti all’Expo londinese del 1862. Però, non vanno dimenticati il Cabernet sauvignon, Aglianico e Falanghina, che sempre più spesso vengono premiati, riconoscimento verso un territorio vocato e un’attenzione e cura crescente. Bisognerà avere pazienza e perseveranza».

Per terminare, ha accennato all’Expo. Quello di Milano, nel 2015, potrà essere una vetrina importante anche per il Molise del vino?
«Ho avuto modo di parlare con qualche produttore molisano che vi parteciperà con costi importanti. Sinceramente, al netto di organizzazione, logistica e quant’altro, non credo che sia una vetrina giusta o che possa portare vantaggi di sorta. Ci sarà un’etichetta in esposizione, a mo’ di quadro, con la possibilità di degustare, ma il produttore dove sarà? E il territorio, con la sua storia e la sua cultura, che ne sono espressione?». 

Intervista pubblicata su Primonumero il giorno 26 ottobre 2014



sabato 25 ottobre 2014

sabato 18 ottobre 2014

IN MOLISE NON SI PUÒ FARE VITICOLTURA

Lo dice una delle più importanti firme del giornalismo enologico italiano, nella sua "Guida essenziale dei vini 2015", in cui dedica solo due facciate al Molise


Estratto da "Guida essenziale dei vini 2015" di Daniele Cernilli (Ed. Mondadori)

Poi diteci se non bisogna arrabbiarsi quando si leggono certe cose, e non è la prima volta che lo facciamo con questo giornalista, scrivemmo un post nel blog due anni fa, che già "denunciava" un atteggiamento di spocchia, superficialità e, soprattutto, di distorsione della realtà inaccettabile. Si parla di Daniele Cernilli, uno dei giornalisti del vino italiani più conosciuto al mondo, ex Gambero Rosso, ex AIS Bibenda, per intenderci. Nell'immagine c'è una delle due facciate (solo due) che dedica al Molise del vino nella sua "Guida essenziale ai vini d'Italia 2015", edita da Mondadori. Oltre a dimenticare la DOC Tintilia nell'elenco (dice che fa storia a se!!!!), ad inserire un solo produttore in recensione (forse perché conosce solo quello) che, ovviamente, non riporto, e altri piccoli errori sparsi, tira ancora fuori 'sta storia che il Molise è soprattutto montagnoso, ergo, non si può fare viticoltura (lo disse in un intervista video allo stesso produttore recensito). Ma dove 'sta scritto? Ma se la Tintilia era diffusa soprattutto nelle zone "montagnose" interne. Poi, secondo le convenzioni europee, per definire montagna (in Molise il 55%, fonte: Wikipedia, resto è collina), l'altezza deve essere almeno di 600 m s.l.m. e il suo aspetto deve essere parzialmente impervio (questo non c'è mai stato in Molise). Si possono citare decine di esempi in Italia dove si fa viticoltura di qualità in "montagna", come la definisce lui. 

Areali di coltivazione della Tintilia in Molise a fine '800 (Fonte: Tintilia del Molise, 2007)
Questo post, condiviso su Facebook, ha avuto molte reazioni da parte del mondo produttivo, di operatori del settore e gente comune che hanno stigmatizzato, con forza, le parole di questo giornalista del vino e, in generale, di tutti coloro che fanno disinformazione sul Molise e sulle sue risorse. Dopo le rimostranze che verranno mosse verso questa firma del giornalismo enologico, gli interlocutori  hanno preso un impegno comune per creare una sinergia tra produttori e operatori in modo da dare più forza ad un movimento troppo frammentato, colpa anche di un Consorzio di tutela che esiste solo sulla carta.  
Tempo addietro, in un post nella rubrica Enosnob sul suo portale Doctor Wine, il giornalista succitato scrisse: "Consentitemi uno sfogo, vi prego. Direi che me lo posso permettere dopo tanti anni di onorato servizio nel mondo del vino, tra degustazioni, appassionati a volte un po’ maniacali, bevitori simpatici e produttori che qualche volta confondono le loro bottiglie con dei prolungamenti alcolici della loro personalità". ECCO, CONSENTITEMI UNO SFOGO, ANCHE SE NON ME LO POSSO PERMETTERE NON AVENDO TANTI ANNI DI ONORATO SERVIZIO NEL MONDO DEL VINO BLA BLA BLA .....: VERGOGNA.

Sebastiano Di Maria
molisewineblog@gmail.com


venerdì 10 ottobre 2014

NEW MASSERIE FLOCCO, INNOVAZIONE CON FORTE LEGAME STORICO

Una delle realtà vitivinicole più importanti del panorama enologico molisano, soprattutto in termini di estensione della superficie vitata, pari circa a 85 ettari, è l’azienda Masserie Flocco, sodale che si riaffaccia, con una nuova veste, nel complesso e variegato mondo del vino, animata dalla passione di giovani guide che ne scriveranno i futuri successi, personali e di una Regione che ha voglia d’emergere. Il cuore dell’azienda è situato nelle campagne di Portocannone, piccolo Comune prossimo alla costa molisana, da cui dista circa 10 km, una finestra sull’Adriatico e sulle isole Tremiti, una delle tre comunità Arbëreshë della Regione, che conservano i caratteri - tradizioni, cultura e folklore - delle loro origini e di una terra ricca di storia, borghi, paesaggi e sapori, quella molisana, spesso ai margini e vero scrigno di bontà. 

Particolare del logo aziendale

L'intervista ad Antonio Grieco


La nuova guida aziendale, nelle mani della famiglia Grieco, di origini pugliesi, ha rilevato, lo scorso anno, una realtà in un momento difficile, anche per scelte produttive discutibili, come puntare su vitigni internazionali mentre il mondo enologico andava verso la scoperta della territorialità e dei vitigni autoctoni. Proprio Antonio Grieco, primogenito di famiglia e amministratore dell’azienda, ha tenuto a precisare, nelle sue prime parole della nostra visita, “il carattere e la forza di un territorio che non ha ancora espresso le sue enormi potenzialità”. Come non essere d’accordo con lui. Con Manuela Cecca, responsabile comunicazione e marketing, e alla vulcanica Maria Concetta Raimondo, enologo d’esperienza e punto fermo, ormai da anni, dell’azienda, Antonio Grieco ha costruito la nuova squadra che, attraverso cospicui investimenti, in cantina con nuove attrezzature all'avanguardia e in vigna con progressive riconversioni varietali e sistemi di allevamento, oltre che nello "scouting" del mercato, vuole dare una svolta decisiva nella produzione di vini territoriali di qualità, con un forte legame alla storia

L'intervista all'enologo Maria Concetta Raimondo


Immagini aziendali (Ufficio Stampa Masserie Flocco)

Una prima svolta, in tal senso, c’è stata già con il restyling del logo aziendale, attraverso l’adozione dell’alfabeto osco, utilizzato dalle popolazioni pre-italiche del meridione, dove l’azienda affonda le radici, proprio nella terra degli Osci, una delle due IGT molisane. Vini che parlano la stessa lingua e sempre lungo questo binomio costante, un ponte aperto tra passato e futuro, nasce la nuova etichetta “Passo alle Tremiti” con tre vini espressione di un solo territorio, una Falanghina DOC, un Molise Rosato DOC e un Molise Rosso DOC da uve Montepulciano, due vitigni che, di fatto, rappresentano la storia vitivinicola del Molise e dove hanno trovato un terroir di elezione. 

La linea "Passo alle Tremiti"

La linea "Poderi"

Una piccola Regione come il Molise è pervasa da un grande fermento enologico, nuove aziende nascono e sempre maggiore consapevolezza avvolge un settore produttivo che può contare su diversi terroir di elezione, che nulla hanno da invidiare a realtà più blasonate, oltre che su un vitigno autoctono dal forte carattere come la Tintilia, sfida raccolta anche dalla famiglia Grieco che la presenterà al prossimo Vinitaly. Una nuova generazione di vignaioli sta nascendo, per l’appunto, giovani e determinati, che stanno dando una risposta importante a un settore dove latita il cooperativismo, quello dei grandi volumi e di qualità, tranne qualche eccezione, mentre molte delle uve o vini, purtroppo, sono ancora meta di cantine o imbottigliatori fuori dai confini regionali. Un encomio va ad Antonio Grieco e alla sua famiglia, che hanno deciso di investire in questa terra, credendo fortemente nei suoi valori, nella sua storia e nelle sue potenzialità, nella sfida di produrre grandi vini in questo piccolo angolo, sentimenti che ci sentiamo di sposare in pieno.

Sebastiano Di Maria
molisewineblog@gmail.com


sabato 4 ottobre 2014

MOSTRA MERCATO VINI A MACCHIA D'ISERNIA

Uno degli appuntamenti, ormai immancabili, che caratterizzano la proposta in tema di manifestazioni che promuovono il territorio molisano e le sue ricchezze enogastronomiche, che, non casualmente, cade proprio nel periodo vendemmiale, è la “Mostra Mercato del Vino” che si tiene nel Comune di Macchia d’Isernia, giunta alla 41^ edizione. Il comune isernino, da pochi mesi sotto la guida di Mario Stasi, Sindaco con una grande esperienza nel mondo del vino e in quello olivicolo-oleario, propone un ricco programma nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 ottobre, tra stand e percorsi enogastronomici, degustazione guidate di vino da parte dell’Onav, preceduto da un convegno d’inaugurazione sul tema “Quali opportunità può offrire lo sviluppo dell’agricoltura di qualità a Macchia d’Isernia e nel Molise”. Protagonisti dell’evento, che non è una comune sagra di paese, sono le aziende vitivinicole regionali, rappresentanti del mondo produttivo e istituzionale, che si confronteranno su temi d’attualità, come le certificazioni e lo sviluppo della filiera produttiva, con un occhio sui risvolti, in particolar modo per i giovani, dall'implementazione delle politiche di sviluppo che le istituzioni stanno mettendo in essere. Un appuntamento da non perdere per avvicinarsi alla cultura enogastromica della terra dei Pentri e del Molise intero.






Sebastiano Di Maria
molisewineblog@gmail.com



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